Ci siamo quasi la valigia è pronta, tutti ti augurano buon viaggio e sono contenti per te, anche se ti reputano un po’ pazza per esserti appassionata tanto a un posto così lontano in così poco tempo, a parte per la magia dei ciliegi in fiore, che non passa indifferente a nessuno.
Mi sono innamorata del KPOP a Novembre, e a Dicembre scopro il CoreaTour, trovo il coraggio di dirlo ai miei, raccimolo i soldi, faccio il passaporto, guardo Hawarang, Goblin e Legend of the Blue Sea e mi preparo… speriamo di aver preso su tutto, ma soprattutto le cose giuste.
Giorno 1: si parte!
Ci siamo! Sono arrivata a Roma e ho incontrato gli altri, sono tutti fantastici come mi aspettavo e spero di avergli fatto una buona impressione… scoprirò presto quanto ancora più meravigliosi e pazzi (nel senso buono) sono tutti quanti: la Tour Leader Bora, i membri di Blueberry Travel e i miei compagni di avventura.
Ok, l’aereo è in ritardo, speriamo almeno non sia stra pieno… ovviamente lo è! Ma le signore coreane rosario-munite almeno sono sorridenti, i film nella TV belli e i sedili comodi per dormire, il cibo è buono e le hostess gentili.
Vediamo il primo esempio di comunicazione tra persone Coreane e qui i casi sono due: o sono delfini e quindi usano gli ultrasuoni, oppure usano la telepatia e muovono le labbra solo per dissimulare con noi poveri babbani; sul rombo dei motori di un Boing trans-oceanico questi bisbigliano! E si sentono! L’hostess che viene nel mio settore dopo un po’ avrà pensato che io sia scema perché le chiedo sempre di ripetere. Probabilmente anche ciò che per loro è essere rumorosi per noi sarebbe comunque silenzio.
Giorno 2: siamo arrivati a Seoul!
Sveglia! Siamo quasi in Corea, ed ecco, ci siamo, abbiamo toccato terra, passato i controlli, recuperato la valigia gialla e anche la nostra guida, di nome occidentale Joy (veramente gioiosa e simpatica), ci ha radunati.
È già buio, ma non importa. Una delle immagine che ho sempre avuto di una città orientale, è quella di essere piena di luci e insegne colorate che illuminano tutto e tutti. Ed è veramente così, anche se siamo in autostrada i grattacieli alti come non mai sono luminosissimi, i ponti sono tutti illuminati come arcobaleni e le croci delle chiese sono enormi e brillanti, non me ne aspettavo così tante sinceramente.
Il nostro Hotel, l’Ibis Ambassador, è bellissimo; c’è anche una terrazza panoramica, perfetta per una prima foto! Scopriamo il nostro compagno di stanza, ci sistemiamo e rilassiamo un attimo e poi via che usciamo subito per la cena. Direzione Hongdae per mangiare il pollo fritto in compagnia di Anna, Valentina, Rossella e Mario. È semplicemente buonissimo! Con noi c’è un ragazzo di 13 anni e le persone per la strada ci fermano e chiedono di potersi fare una foto con lui, perché come dice Bora “un bambino bianco è cosa rara”.
Giorno 3: ci immergiamo nella cultura coreana
Si cammina per le strade circondate da grattacieli, alla cui base si possono però trovare piccoli memoriali. Ci si ferma per un po’ di foto sul fiume che taglia il centro città e, sotto la giga conchiglia rossa e blu, si ammirano le statue del più importante Generale e Imperatore del Paese per riuscire a raggiungere la prima fermata di questa avventura.
Giriamo l’angolo ed entriamo in un posto meraviglioso: il più grande dei 5 palazzi reali, pieno di storia, i giardini con i primi ciliegi in fiore, stagni con carpe variopinte e palazzi di forme, dimensioni, colori e decorazioni diversi, dove sono stati girati Drama e dove passeggiano moltissime persone con indosso gli Hanbok, gli abiti tradizionali, gli scattiamo molte foto e ce ne facciamo anche assieme a loro, non gli dispiace affatto!
Ci spostiamo ad Insadong, la zona dei negozi di arte tradizionale, dove troviamo tanti bei ricordini e sciarpe, visto che l’ho scordata a casa. Per pranzo entriamo in un locale dove ci si deve togliere le scarpe, salire su un soppalco e inginocchiarsi davanti a un tavolino. Mangiamo bibimbap super e la proprietaria, prima di andarcene, ci chiede se siamo delle modelle, perché secondo lei siamo bellissime! Insomma la self esteem va alle stelle e sono stata felice tutto il giorno.
Della casa Blu si vede solo il tetto, questa è la triste verità, ma ci si riprende in fretta dalla “delusione” perdendosi tra le abitazioni antiche del Bukchon Village, dove ci imbattiamo in una sessione fotografica di pre-matrimonio, là le foto gli sposi non le fanno il giorno stesso delle nozze come da noi, ma prima. Si scorge la Seoul Tower svettare in lontananza, e mangiamo il fantastico street food che troviamo in giro!
Insomma si capisce subito che il cibo è ovunque, puoi trovare da mangiare per strada, sopra, sotto a destra e a sinistra… ovunque, anche nel mezzo del Gwangjang Market, dove si trova qualsiasi cosa da pareti di stoffe, a pareti di vestiti, a pareti di cose per la casa… da perdersi. Il problema di questa super reperibilità di cibo? I bidoni per l’immondizia praticamente non ci sono, se hai fortuna ne trovi uno ogni morte di papa. In più questi fanno rumore quando mangiano, quindi bisogna abituarsi all’idea di sentire risucchi e quant’ altro, in più scatarrano tranquillamente in pubblico. Soffiarsi il naso no, non sia mai, ma sputare per terra si!
Non solo si può mangiare ovunque ma anche fare compere, i negozi sono aperti fino a tardi quindi si hanno molte occasioni e le commesse ti pedinano, non hanno paura che rubi come ti verrebbe da pensare, è che sono veramente servizievoli.
Sui mezzi di trasporto sono tutti molto gentil, una signora sul bus, dato che le ho ceduto il posto, mi ha tenuto lo zaino, così anche se ero in piedi non avevo il peso sulle spalle. Onestamente parlando dei mezzi pubblici la Metro è meglio ma noi due ci odiamo, non la so usare, giuro, mi perdo! I bus sono comodi, frequenti e puntuali. L’unica pecca è che gli autisti sono pazzi! Idem per i taxisti, semplicemente folli, li dovrebbero assumere in Formula Uno.
Giorno 4: abbiamo visto la Corea del Nord!
Momento di apprendimento sulla storia Coreana moderna e antica, è un bel modo di imparare e comprendere di più su una cultura così lontana da me, ma capace di affascinarmi tanto. Poi si possono fare video e foto illegali al confine con la Corea del Nord (meglio di no, tanto ormai Bora le ha già fatte quindi andiamole a vedere su You Tube).
In questo posto sto per fare la peggiore sudata della mia vita, visitare il Tunnel dell’immigrazione è l’equivalente di una discesa agli inferi, avrei fatto meglio aspettare per il trenino per scendere comodamente!
Dopo una giornata fuori torniamo a Seoul e usciamo per cenare. La gente ubriaca stesa per strada c’è eccome e nessuno ci fa caso, è una cosa che sinceramente mi fa tanta tristezza e rabbia, come anche le persone anziane che fanno l’elemosina e dormono nelle stazioni della metro. È una cosa che mi dà fastidio anche da noi quindi il sentimento non cambia.
Giorno 5: Gangnam e shopping KPOP!
Risolleviamo i toni con un bel po’ di sano Kpop! Si va alla SM Town, una delle case discografiche principali della Corea, ci sono tutti i gadget (costosi) e il bar all’ultimo piano, con gli autografi di tutti i loro artisti su tavolini e sedie! Poi c’è la possibilità di vedere gli spettacoli in ologramma, ma oggi non ce n’è nessuno…va beh!
Al Coex abbiamo trovato il negozio della Royce, la cioccolata presente in Strong Woman Do Bong Soong ed è buonissima, ma costosetta, però per una volta ci sta!
Poi ci sono i templi, semplicemente dei luoghi sereni. Il Bongeunsa è in mezzo ai grattacieli, ma al suo interno si respira pace e siccome a Marzo si festeggia il compleanno di Budda ci sono un mare di lanterne colorate già pronte per essere accese.
Myeongdong uguale. Shopping e Street food, dal wurstel ricoperto di patatine su stecchetto, alla patata arricciata, alle spremute, al calamaro versione spiedino, gnocchi di riso piccanti e non, alle crepes… pensa ad un cibo e lì lo trovi! In più ci sono tutti i negozi che vuoi: dai CD dei vostri Idol preferiti, ai vestiti, alle scarpe. Facciamo scorta di cibo e merce varia e andiamo alla magica Namsan Tower. È tutto semplicemente impressionante, dalla vista, alla quantità di lucchetti degli innamorati, alla velocità degli ascensori ultrasonica con il soffitto a schermo, dove ci fanno vedere un bel video con musichetta epica per distrarci. Si domina tutto da lassù.
Giorgio 6,7,8 e 9: BUSAN!
Il viaggio sul KTX è comodissimo, ci si può rilassare. A causa del maltempo il programma è cambiato, andiamo subito al tempio di Haedong Yonggungsa, essendo costruito su una scogliera andarci con il brutto tempo e il mare in tempesta non è proprio il massimo. Questo tempio è un posto unico, così lontano dalla città ma allo stesso tempo così vicino, accanto all’ingresso c’è l’università di tecniche della pesca… e io studio Acquacoltura, sono a 9.000 Km di distanza dall’Italia e ritrovo la mia stessa università accanto a un luogo antichissimo!
Poi qui i ciliegi sono già in piena fioritura, sono bellissimi giuro. Strade e strade di alberi in fiore e l’ingresso del tempio ne è pieno. Ammiriamo il mare e l’architettura, tentiamo di lanciare un monetina dal ponte di accesso in un vaso sottostante per far avverare un desiderio e guardiamo il mitico Budda d’oro situato su un piccolo promontorio sull’acqua.
Il giorno dopo andiamo al Tempio di Beomeosa, questa volta quasi in montagna, sembra una mattina di autunno con la pioggia che va e viene, l’aria fresca e un silenzio innaturale, è qui che incontriamo degli autentici monaci e suore in preghiera. Sono semplicemente l’immagine della serenità e ti sorridono tranquillamente non appena li guardi. Anche qui sono già presenti le lanterne colorate con attaccate le preghiere e i desideri dei visitatori.
Torniamo in città, direzione mercato del pesce! Si può mangiare lì, prendendo ciò che più ti piace al piano di sotto e poi spostandosi al ristorante al piano di sopra dove lo preparano, alcuni di noi mangiano qui e altri di noi (tra cui io) vanno in un ristorante a tema manga dove tutto è condito col curry; amo il curry!
Con la pancia piena ci spostiamo al Cultural Village, le case sonno tutte colorate e decorate con murales, ci sono negozietti di ogni tipo. A fare da sfondo una collina in fiore di ciliegi e all’orizzonte il mare, poi c’è una scolaresca di ragazzi che non fanno altro che salutarci in inglese.
Torniamo in hotel per prepararci a ucire a cena, sotto il diluvio, in un ristorante a tema temporale! Il rumore dei tuoni viene riprodotto e l’acqua scende davanti alle finestre. Poi il mitico karaoke! Non che io sappia cantre ma è una fermata obbligatoria e ci si diverte moltissimo. Per darti il benvenuto ti portano da bere gratis, poi ci sono i tamburelli e le luci stroboscopiche, insomma una mini sala party solo per te! E se si hanno ancora energie e compagni di avventura pazzi da legare, si può organizzare un dopo sera in una delle camere dell’ Hotel… con dolcetti e Soju… se non si crolla addormentati come la sottoscritta.
La mattina dopo andiamo al centro commerciale Shinseage! È enorme, c’è una pista di pattinaggio sul ghiaccio intera e non è al primo piano, oh no, al quinto! E sopra di me ci sono altri cinque piani e un centro ricreativo a tema dinosauri sul tetto.
Qui si guarda solo, a meno che non si sia ricchi sfondati, ci sono tutte le grandi marche… ma noi siamo qui per mangiare ed è qui che la mia lingua morirà a causa di un pezzo di peperoncino dentro alla frittatona tipica Coreana!
Si riparte, destinazione Haeundae Beach, una delle più famose di Busan, circondata da grattacieli la cui cima sparisce tra le nuvole basse della pioggia, qui tocchiamo l’acqua e scattiamo foto, lasciamo messaggi sulla sabbia e godiamo del panorama in tranquillità, ma è anche il momento dove inizio a realizzare che tra poco ce ne andremo e che sentirò la mancanza di tutto e tutti.
Passeggiamo fino alla APEC House, passando per una strada morbida, che sembra gomma, circondata da piante in fiore e dal profumo del mare. È un bel palazzo sul mare, il giardino è la vera perla però, e si riesce a vedere il Ponte di Diamanti! Che è la destinazione seguente, dopo una bella cena in un ristorante sulla spiaggia, da dove si può godere di tutta la sua bellezza, con le sue centinaia di migliaia di luci al led che alle 21.00 esatte regalano uno spettacolo luminoso unico. E accanto a noi c’è la famosa Baia 101 un complesso di grattacieli illuminati a festa che ospitano molti locali famosi.
Ed eccoci di nuovo a Seoul, dove inizia l’ultimo giorno. Anche se ognuno potrebbe fare ciò che vuole, rimaniamo tutti insieme lo stesso e ci organizziamo per buttarci nello shopping, per passare altro tempo in questa metropoli che ci ha rubato il cuore. Trascorriamo l’ultima serata a Gangnam, in una parte un po’ più defilata, mi sarebbe piaciuto restare nella zona “cool”.
Giorno 10: si torna a casa
Ecco qua la valigia è stata rifatta, ho fatto fatica a farci star tutto. Prego in Aramaico antico che il peso non sia in eccesso. Salutiamo Bora che può restare lì (fortunella) e le chiediamo di salutare di nuovo Marco, Anna, Rossella, Valentina e Mario, che abbiamo avuto il piacere e l’onore di incontrare.
Saliamo sul bus tipico Coreano diretti in Aeroporto, dove aspettiamo pazientemente l’aero che ci riporterà a casa.
Se anche voi parteciperete ad un CoreaTour una volta atterrati sarete contenti di essere tornati, ma malinconici, e con quella che io chiamo “la sindrome della grande avventura”, una esperienza incredibile che ti lascia stranito una volta che termina, perché è stata talmente perfetta che ti è sembrato di vivere un sogno, che ora, per magia, è finito, lasciandoti con una marea di ricordi bellissimi, amicizie che ancora durano e una sola conclusione: cioè quanto è stato bello essere, anche solo per 10 giorni, Persa in Corea.
Di Giorgia Bolcioni
Facebook: Giorgia Bolcioni
Instagram: giobolci
Twitter: @GiorgiaBolcioni
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Giugno 10, 2023
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Ci siamo quasi la valigia è pronta, tutti ti augurano buon viaggio e sono contenti per te, anche se ti reputano un po’ pazza per esserti appassionata tanto a un posto così lontano in così poco tempo, a parte per la magia dei ciliegi in fiore, che non passa indifferente a nessuno.
Mi sono innamorata del KPOP a Novembre, e a Dicembre scopro il CoreaTour, trovo il coraggio di dirlo ai miei, raccimolo i soldi, faccio il passaporto, guardo Hawarang, Goblin e Legend of the Blue Sea e mi preparo… speriamo di aver preso su tutto, ma soprattutto le cose giuste.
Giorno 1: si parte!
Ci siamo! Sono arrivata a Roma e ho incontrato gli altri, sono tutti fantastici come mi aspettavo e spero di avergli fatto una buona impressione… scoprirò presto quanto ancora più meravigliosi e pazzi (nel senso buono) sono tutti quanti: la Tour Leader Bora, i membri di Blueberry Travel e i miei compagni di avventura.
Ok, l’aereo è in ritardo, speriamo almeno non sia stra pieno… ovviamente lo è! Ma le signore coreane rosario-munite almeno sono sorridenti, i film nella TV belli e i sedili comodi per dormire, il cibo è buono e le hostess gentili.
Vediamo il primo esempio di comunicazione tra persone Coreane e qui i casi sono due: o sono delfini e quindi usano gli ultrasuoni, oppure usano la telepatia e muovono le labbra solo per dissimulare con noi poveri babbani; sul rombo dei motori di un Boing trans-oceanico questi bisbigliano! E si sentono! L’hostess che viene nel mio settore dopo un po’ avrà pensato che io sia scema perché le chiedo sempre di ripetere. Probabilmente anche ciò che per loro è essere rumorosi per noi sarebbe comunque silenzio.
Giorno 2: siamo arrivati a Seoul!
Sveglia! Siamo quasi in Corea, ed ecco, ci siamo, abbiamo toccato terra, passato i controlli, recuperato la valigia gialla e anche la nostra guida, di nome occidentale Joy (veramente gioiosa e simpatica), ci ha radunati.
È già buio, ma non importa. Una delle immagine che ho sempre avuto di una città orientale, è quella di essere piena di luci e insegne colorate che illuminano tutto e tutti. Ed è veramente così, anche se siamo in autostrada i grattacieli alti come non mai sono luminosissimi, i ponti sono tutti illuminati come arcobaleni e le croci delle chiese sono enormi e brillanti, non me ne aspettavo così tante sinceramente.
Il nostro Hotel, l’Ibis Ambassador, è bellissimo; c’è anche una terrazza panoramica, perfetta per una prima foto! Scopriamo il nostro compagno di stanza, ci sistemiamo e rilassiamo un attimo e poi via che usciamo subito per la cena. Direzione Hongdae per mangiare il pollo fritto in compagnia di Anna, Valentina, Rossella e Mario. È semplicemente buonissimo! Con noi c’è un ragazzo di 13 anni e le persone per la strada ci fermano e chiedono di potersi fare una foto con lui, perché come dice Bora “un bambino bianco è cosa rara”.
Giorno 3: ci immergiamo nella cultura coreana
Si cammina per le strade circondate da grattacieli, alla cui base si possono però trovare piccoli memoriali. Ci si ferma per un po’ di foto sul fiume che taglia il centro città e, sotto la giga conchiglia rossa e blu, si ammirano le statue del più importante Generale e Imperatore del Paese per riuscire a raggiungere la prima fermata di questa avventura.
Giriamo l’angolo ed entriamo in un posto meraviglioso: il più grande dei 5 palazzi reali, pieno di storia, i giardini con i primi ciliegi in fiore, stagni con carpe variopinte e palazzi di forme, dimensioni, colori e decorazioni diversi, dove sono stati girati Drama e dove passeggiano moltissime persone con indosso gli Hanbok, gli abiti tradizionali, gli scattiamo molte foto e ce ne facciamo anche assieme a loro, non gli dispiace affatto!
Ci spostiamo ad Insadong, la zona dei negozi di arte tradizionale, dove troviamo tanti bei ricordini e sciarpe, visto che l’ho scordata a casa. Per pranzo entriamo in un locale dove ci si deve togliere le scarpe, salire su un soppalco e inginocchiarsi davanti a un tavolino. Mangiamo bibimbap super e la proprietaria, prima di andarcene, ci chiede se siamo delle modelle, perché secondo lei siamo bellissime! Insomma la self esteem va alle stelle e sono stata felice tutto il giorno.
Della casa Blu si vede solo il tetto, questa è la triste verità, ma ci si riprende in fretta dalla “delusione” perdendosi tra le abitazioni antiche del Bukchon Village, dove ci imbattiamo in una sessione fotografica di pre-matrimonio, là le foto gli sposi non le fanno il giorno stesso delle nozze come da noi, ma prima. Si scorge la Seoul Tower svettare in lontananza, e mangiamo il fantastico street food che troviamo in giro!
Insomma si capisce subito che il cibo è ovunque, puoi trovare da mangiare per strada, sopra, sotto a destra e a sinistra… ovunque, anche nel mezzo del Gwangjang Market, dove si trova qualsiasi cosa da pareti di stoffe, a pareti di vestiti, a pareti di cose per la casa… da perdersi. Il problema di questa super reperibilità di cibo? I bidoni per l’immondizia praticamente non ci sono, se hai fortuna ne trovi uno ogni morte di papa. In più questi fanno rumore quando mangiano, quindi bisogna abituarsi all’idea di sentire risucchi e quant’ altro, in più scatarrano tranquillamente in pubblico. Soffiarsi il naso no, non sia mai, ma sputare per terra si!
Non solo si può mangiare ovunque ma anche fare compere, i negozi sono aperti fino a tardi quindi si hanno molte occasioni e le commesse ti pedinano, non hanno paura che rubi come ti verrebbe da pensare, è che sono veramente servizievoli.
Sui mezzi di trasporto sono tutti molto gentil, una signora sul bus, dato che le ho ceduto il posto, mi ha tenuto lo zaino, così anche se ero in piedi non avevo il peso sulle spalle. Onestamente parlando dei mezzi pubblici la Metro è meglio ma noi due ci odiamo, non la so usare, giuro, mi perdo! I bus sono comodi, frequenti e puntuali. L’unica pecca è che gli autisti sono pazzi! Idem per i taxisti, semplicemente folli, li dovrebbero assumere in Formula Uno.
Giorno 4: abbiamo visto la Corea del Nord!
Momento di apprendimento sulla storia Coreana moderna e antica, è un bel modo di imparare e comprendere di più su una cultura così lontana da me, ma capace di affascinarmi tanto. Poi si possono fare video e foto illegali al confine con la Corea del Nord (meglio di no, tanto ormai Bora le ha già fatte quindi andiamole a vedere su You Tube).
In questo posto sto per fare la peggiore sudata della mia vita, visitare il Tunnel dell’immigrazione è l’equivalente di una discesa agli inferi, avrei fatto meglio aspettare per il trenino per scendere comodamente!
Dopo una giornata fuori torniamo a Seoul e usciamo per cenare. La gente ubriaca stesa per strada c’è eccome e nessuno ci fa caso, è una cosa che sinceramente mi fa tanta tristezza e rabbia, come anche le persone anziane che fanno l’elemosina e dormono nelle stazioni della metro. È una cosa che mi dà fastidio anche da noi quindi il sentimento non cambia.
Giorno 5: Gangnam e shopping KPOP!
Risolleviamo i toni con un bel po’ di sano Kpop! Si va alla SM Town, una delle case discografiche principali della Corea, ci sono tutti i gadget (costosi) e il bar all’ultimo piano, con gli autografi di tutti i loro artisti su tavolini e sedie! Poi c’è la possibilità di vedere gli spettacoli in ologramma, ma oggi non ce n’è nessuno…va beh!
Al Coex abbiamo trovato il negozio della Royce, la cioccolata presente in Strong Woman Do Bong Soong ed è buonissima, ma costosetta, però per una volta ci sta!
Poi ci sono i templi, semplicemente dei luoghi sereni. Il Bongeunsa è in mezzo ai grattacieli, ma al suo interno si respira pace e siccome a Marzo si festeggia il compleanno di Budda ci sono un mare di lanterne colorate già pronte per essere accese.
Myeongdong uguale. Shopping e Street food, dal wurstel ricoperto di patatine su stecchetto, alla patata arricciata, alle spremute, al calamaro versione spiedino, gnocchi di riso piccanti e non, alle crepes… pensa ad un cibo e lì lo trovi! In più ci sono tutti i negozi che vuoi: dai CD dei vostri Idol preferiti, ai vestiti, alle scarpe. Facciamo scorta di cibo e merce varia e andiamo alla magica Namsan Tower. È tutto semplicemente impressionante, dalla vista, alla quantità di lucchetti degli innamorati, alla velocità degli ascensori ultrasonica con il soffitto a schermo, dove ci fanno vedere un bel video con musichetta epica per distrarci. Si domina tutto da lassù.
Giorgio 6,7,8 e 9: BUSAN!
Il viaggio sul KTX è comodissimo, ci si può rilassare. A causa del maltempo il programma è cambiato, andiamo subito al tempio di Haedong Yonggungsa, essendo costruito su una scogliera andarci con il brutto tempo e il mare in tempesta non è proprio il massimo. Questo tempio è un posto unico, così lontano dalla città ma allo stesso tempo così vicino, accanto all’ingresso c’è l’università di tecniche della pesca… e io studio Acquacoltura, sono a 9.000 Km di distanza dall’Italia e ritrovo la mia stessa università accanto a un luogo antichissimo!
Poi qui i ciliegi sono già in piena fioritura, sono bellissimi giuro. Strade e strade di alberi in fiore e l’ingresso del tempio ne è pieno. Ammiriamo il mare e l’architettura, tentiamo di lanciare un monetina dal ponte di accesso in un vaso sottostante per far avverare un desiderio e guardiamo il mitico Budda d’oro situato su un piccolo promontorio sull’acqua.
Il giorno dopo andiamo al Tempio di Beomeosa, questa volta quasi in montagna, sembra una mattina di autunno con la pioggia che va e viene, l’aria fresca e un silenzio innaturale, è qui che incontriamo degli autentici monaci e suore in preghiera. Sono semplicemente l’immagine della serenità e ti sorridono tranquillamente non appena li guardi. Anche qui sono già presenti le lanterne colorate con attaccate le preghiere e i desideri dei visitatori.
Torniamo in città, direzione mercato del pesce! Si può mangiare lì, prendendo ciò che più ti piace al piano di sotto e poi spostandosi al ristorante al piano di sopra dove lo preparano, alcuni di noi mangiano qui e altri di noi (tra cui io) vanno in un ristorante a tema manga dove tutto è condito col curry; amo il curry!
Con la pancia piena ci spostiamo al Cultural Village, le case sonno tutte colorate e decorate con murales, ci sono negozietti di ogni tipo. A fare da sfondo una collina in fiore di ciliegi e all’orizzonte il mare, poi c’è una scolaresca di ragazzi che non fanno altro che salutarci in inglese.
Torniamo in hotel per prepararci a ucire a cena, sotto il diluvio, in un ristorante a tema temporale! Il rumore dei tuoni viene riprodotto e l’acqua scende davanti alle finestre. Poi il mitico karaoke! Non che io sappia cantre ma è una fermata obbligatoria e ci si diverte moltissimo. Per darti il benvenuto ti portano da bere gratis, poi ci sono i tamburelli e le luci stroboscopiche, insomma una mini sala party solo per te! E se si hanno ancora energie e compagni di avventura pazzi da legare, si può organizzare un dopo sera in una delle camere dell’ Hotel… con dolcetti e Soju… se non si crolla addormentati come la sottoscritta.
La mattina dopo andiamo al centro commerciale Shinseage! È enorme, c’è una pista di pattinaggio sul ghiaccio intera e non è al primo piano, oh no, al quinto! E sopra di me ci sono altri cinque piani e un centro ricreativo a tema dinosauri sul tetto.
Qui si guarda solo, a meno che non si sia ricchi sfondati, ci sono tutte le grandi marche… ma noi siamo qui per mangiare ed è qui che la mia lingua morirà a causa di un pezzo di peperoncino dentro alla frittatona tipica Coreana!
Si riparte, destinazione Haeundae Beach, una delle più famose di Busan, circondata da grattacieli la cui cima sparisce tra le nuvole basse della pioggia, qui tocchiamo l’acqua e scattiamo foto, lasciamo messaggi sulla sabbia e godiamo del panorama in tranquillità, ma è anche il momento dove inizio a realizzare che tra poco ce ne andremo e che sentirò la mancanza di tutto e tutti.
Passeggiamo fino alla APEC House, passando per una strada morbida, che sembra gomma, circondata da piante in fiore e dal profumo del mare. È un bel palazzo sul mare, il giardino è la vera perla però, e si riesce a vedere il Ponte di Diamanti! Che è la destinazione seguente, dopo una bella cena in un ristorante sulla spiaggia, da dove si può godere di tutta la sua bellezza, con le sue centinaia di migliaia di luci al led che alle 21.00 esatte regalano uno spettacolo luminoso unico. E accanto a noi c’è la famosa Baia 101 un complesso di grattacieli illuminati a festa che ospitano molti locali famosi.
Ed eccoci di nuovo a Seoul, dove inizia l’ultimo giorno. Anche se ognuno potrebbe fare ciò che vuole, rimaniamo tutti insieme lo stesso e ci organizziamo per buttarci nello shopping, per passare altro tempo in questa metropoli che ci ha rubato il cuore. Trascorriamo l’ultima serata a Gangnam, in una parte un po’ più defilata, mi sarebbe piaciuto restare nella zona “cool”.
Giorno 10: si torna a casa
Ecco qua la valigia è stata rifatta, ho fatto fatica a farci star tutto. Prego in Aramaico antico che il peso non sia in eccesso. Salutiamo Bora che può restare lì (fortunella) e le chiediamo di salutare di nuovo Marco, Anna, Rossella, Valentina e Mario, che abbiamo avuto il piacere e l’onore di incontrare.
Saliamo sul bus tipico Coreano diretti in Aeroporto, dove aspettiamo pazientemente l’aero che ci riporterà a casa.
Se anche voi parteciperete ad un CoreaTour una volta atterrati sarete contenti di essere tornati, ma malinconici, e con quella che io chiamo “la sindrome della grande avventura”, una esperienza incredibile che ti lascia stranito una volta che termina, perché è stata talmente perfetta che ti è sembrato di vivere un sogno, che ora, per magia, è finito, lasciandoti con una marea di ricordi bellissimi, amicizie che ancora durano e una sola conclusione: cioè quanto è stato bello essere, anche solo per 10 giorni, Persa in Corea.
Di Giorgia Bolcioni
Facebook: Giorgia Bolcioni
Instagram: giobolci
Twitter: @GiorgiaBolcioni
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Commenti
Comments are closed.
Grazie Giorgia, per i bei ricordi! Mi manca sempre la Corea e mi mancate voi compagne di viaggio!!!! Mi associo ad Alessia, grazie a Persi in Corea e Blueberrytravel!
Spero di riuscire a ripetere l’esperienza! 안녕
Avventura favolosa…che rifarei altre infinite volte con voi…compagnia perfetta, posti meravigliosi…rileggendo tutto viene tanta nostalgia e tanta voglia di tornare…grazie ragazze, grazie Bora grazie a Blueberrytravel per questa fantastica avventura che porterò nel cuore per sempre <3