Buongiorno o buonasera a tutti, in base al vostro fuso orario!
Questo blog è ormai aperto da 3 mesi, e siccome ci siamo accorte che di noi c’è scritto veramente poco, abbiamo deciso di cominciare a tenere delle pagine di blog riguardo alla nostra vita in Corea: cosa facciamo, eventi importanti che ci sono capitati, cosa abbiamo visto/fatto di bello nel fine settimana e varie.
Speriamo che l’idea vi piaccia e che vi possa far sentire un pochino più vicini a noi! Anche per capire un po’ come può essere la vita di tutti i giorni per uno straniero in terra Coreana!
Pochi di voi sanno che io e Anna abitiamo assieme, abbiamo cercato un appartamento in cui trasferirci circa 2-3 settimane fa e abbiamo cominciato ad abitarci dentro il 16 settembre, quindi una settimana fa. L’appartamento si trova in una zona residenziale a metà tra Sinchon e Hongdae, è un posto davvero molto carino, silenzioso di notte (al contrario delle 2 zone universitarie a noi vicine) e connesso a tutto da autobus e metro.
Il 19 settembre in Corea c’è stata una delle feste più importanti dell’anno: 추석 – Chuseok che da alcuni viene anche chiamato “giorno del ringraziamento”, 3 giorni di vacanze in cui i coreani tornano alle loro città natali per riunirsi e ringraziare gli antenati. Seoul si svuota, molti locali chiudono per ferie e, chi come noi non ha una città natale a cui tornare, fa festa con gli amici! Infatti, un po’ per inaugurare la casa nuova e un po’ per festeggiare Chuseok, abbiamo invitato 5 amici a casa, cucinato e bevuto tutti assieme.
Ma parliamo di una cosa alla volta..
Il giorno del trasloco
Anna ha avuto non pochi problemi con la precedente proprietara dell’appartamento in cui viveva, quindi mi ha chiesto di cercare casa con lei. L’abbiamo trovata in tempo record, e la settimana scorsa l’ho aiutata a spostare le sue cose.
Ci siamo incontrate il 16 mattina verso le 9, abbiamo preso un caffè nell’unico bar aperto della zona (assurdo come qui a Seoul il più dei bar apra dopo le 10) e ci siamo messe ad aspettare diligentemente il signore dei traslochi, che d’ora in poi verrà chiamato “il mezz’uomo”.
Il vecchio appartamento in cui abitava Anna è all’interno della casa della proprietaria (al terzo piano), per salire su ci sono circa 4 rampe di scale la cui ultima davvero molto ripida, con una porta non molto simpatica a dividere le due case (come spiegazione fa pietà, ma vi basti sapere che è una casa fatta apposta per farvi dannare l’anima durante un trasloco). Tra il fattore scale, ripidità, portare le mille scatole, valigie e mobili di Anna, io non mi stavo preoccupando più di tanto, perché pensavo, nella mia ignoranza, che il traslocatore sarebbe riuscito a spostare il tutto senza problemi. Non mi sono mai sbagliata tanto in tutta la mia vita, ve lo giuro.
Innanzitutto, da come potete ben immaginare dal soprannome affibbiatogli da Anna, questo signore non era esattamente un maciste, no. Appena salito su in casa la sua faccia era tipo: “in che diavolo di lavoro mi sono cacciato, non ce la farò mai a spostare tutta questa roba da solo”.. e infatti, i due uomini della situazione, Anna e Laura, si sono messi i guantini da traslocatore (letteralmente, ce li ha dati il mezz’uomo) e si sono messe all’opera.
Abbiamo ricreato l’idea di “catena umana” in cui il primo passa una scatola all’altro e così via, il primo passo è stato accumulare il tutto nella sala al piano terra, per poi spostarlo nel furgone. Penso di non aver mai faticato così tanto in vita mia, la cosa peggiore però erano le scale, perché tra il tentare di non spiaccicarti un piede portando un mobiletto o una valigia particolarmente pesante, dovevi anche far attenzione a non cadere, un multitasking incredibile!
Le rogne sono poi arrivate quando abbiamo tentato di far passare il materasso di Anna dalla porticina dopo la prima rampa di scale ripidissima. In un primo momento il materasso si era come incastrato, ma poi Anna con la spinta del suo culo è riuscito a spingerlo in modo tale da scastrarlo.. e non sto scherzando.
Dopo essere finalmente riusciti ad accumulare tutto al piano terra, era finalmente arrivato il momento di caricare la roba sul furgone, anche questo un trauma. Tra valigie, letti e sopratutto la LAVATRICE, con molto piacere da parte di Anna, abbiamo rovinato parte del giardino della proprietaria di casa, i sassolini della stradina erano volati dappertutto, e parte dei mattoncini che lo costeggiavano era finita nelle aiuole.
Tra un vaffanculo e l’altro siamo riusciti a caricare il furgoncino, e il mezz’uomo ci ha fatto i più sentiti complimenti, perché a detta sua una qualsiasi ragazza coreana non avrebbe mai aiutato a spostare tutta quella roba (già lo sapevamo, devo dire).
Verso le 11.30 raggiungiamo l’appartamento nuovo, trovandoci il signore dell’agenzia che ci ha fatto trovare casa. Questo povero cristo, oltre ad essere sempre stato gentilissimo e disponibile, non solo ci ha aperto casa, ma ci ha anche aiutato a scaricare la roba dal furgone.. e non parlo delle scatole o delle valigie, no, ma della lavatrice, i due letti e tutta la roba pesante! Tanto rispetto per quest’uomo!
Anche il mezz’uomo verso la fine si è fatto ricredere, ha cominciato a caricarsi mille cose sulle spalle, e alla fine ha anche fatto uno sconto ad Anna, visto il nostro aiuto in questa impresa eroica.
Cazzate a parte, siamo molto contente di aver trovato un appartamento così carino, luminoso e spazioso! Ora con il divano letto, frigorifero, tavolini vari e (sopratutto) internet.. sa di casa! Felicità alle stelle!
Chuseok
La mattina di Chuseok mi sono svegliata tardi, come al solito. Sono andata a cercare Anna in camera sua, senza però trovarla. Dopo neanche 5 minuti mi sono accorta di aver ricevuto un messaggio su kakaotalk, ed era lei che mi faceva sapere che sarebbe arrivata nel pomeriggio, perché era stata invitata a pranzo dalla madre del suo ragazzo.
Verso le 4 Anna torna, tra una cosa e l’altra alle 6 andiamo a incontrare un ragazzo italiano da poco arrivato a Seoul (Jimmy), comprare qualche patata e soju, tornare a casa e metterci ai fornelli! Con l’aiuto in cucina di Jimmy, e l’arrivo di Anthony con una buona scorta di birra e soju nello zaino, riusciamo a metterci a tavola per le 8 circa. Il nostro banchetto è stata una cena a base di: insalata di riso, polpette di tonno e philadelphia, spam fritto, zucchine passate in pastella e poi fritte e patate fritte. Come dolce ovviamente gli immancabili 똑 – ddok, i dolcetti di riso che vengono mangiati sopratutto durante questa festività!
Dopo circa un’oretta anche Mai, Sookhee e Caroline sono venute a farci visita e verso le 11 circa abbiamo deciso fosse il momento di muoverci e andare fuori. La serata è staa abbastanza tranquilla, non è successo nulla di eclatante devo dire. Ci siamo seduti ad un tavolo in questo bar chiamato Mike’s Cabin e non so come più il tempo passava più persone si aggiungevano al nostro tavolo.. finché verso l’una il posto non si è completamente svuotato, così giusto il tempo di fare due partite a biliardino e poi ce ne siamo andati.
Ci siamo trasferiti in questo altro locale chiamato Blue Monkey, in cui si può giocare a biliardo gratis, anche qui siamo durati poco, perché il posto era vuoto e non so quanti di noi volessero stare fuori ancora a lungo.
Ci siamo rifatti in grande stile il giorno dopo! Io, Anna, il suo ragazzo e Jimmy abbiamo partecipato ad una delle cene organizzate da Francesco, un ragazzo italiano che vive in Corea ormai da tempo. Lo scopo principale di queste cene è lo scambio culturale tra italiani e coreani, ma anche un americano, una francese e un ragazzo del guatemala (?) erano presenti. Nel ristorante in cui siamo andati a mangiare abbiamo trovato nel menù 3 piatti interessanti: spaghetti al kimchi, pasta alla vodka e risotto al tail bone (osso di coda..?). Piatti di tutto rispetto, che però ci hanno appesantiti non poco col passare della serata.
Dopo cena siamo andati tutti a bere in un pub a Sinchon chiamato Warawara, e tra una bottiglia di soju, birra e altro cibo, l’ubriachezza generale cominciava a farsi sentire. Dopo circa un’oretta che eravamo lì il ragazzo di Anna ha chiesto ad un suo amico di unirsi a noi, e così ha fatto. Un ragazzo simpatico, alto e con le classice ciabatte estive da coreano ai piedi, con tanto di calzini.
A questo punto il gruppo si è diviso e ci siamo diretti nella zona dei ristoranti di Sinchon, in cui abbiamo casualmente incontrato Anthony, Sookhee e Mai, ubriachi persi. In Corea bere è normale, potremmo dire che è cultura. Vedere gente ubriaca per la strada è una cosa all’ordine del giorno, e l’alcool costa davvero poco (una bottiglia di soju in un supermercato costa tipo 1,30€). Ovviamente se si va in pub o locali vari, i prezzi si alzano, ma non se fai come noi: infilarti una bella bottiglia di soju in borsa, ordinarne una nuova quando ti siedi al tavolo, bere quella appena ordinata, nascondere la bottiglia vuota in borsa.. e sostituirla con quella nuova comprata al supermercato. Il gioco è fatto (sembro un’alcolizzata, perdonatemi).
Tra una cosa e l’altra vi basti sapere che siamo tornati a casa verso le 4, l’amico del ragazzo di Anna e Mai sono venuti con noi, per passare un altro po’ di tempo assieme.. anche perché la notte era ancora giovane e Chuseok andava festeggiato degnamente! ..Siamo andati a dormire verso le 7 o 8, tutti felici per la serata “alla coreana” appena trascorsa.
Fateci sapere in un commento se questo genere di post vi è piaciuto ^_^ Così magari ne scriveremo degli altri!
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