Parlare di pop e gruppi musicali è più complesso di quanto si possa pensare. Se poi questo pop proviene dall’Asia e più specificatamente dalla Corea del Sud – paese di cui in Italia si parla molto poco (o almeno, prima di Squid Game) – è ancora più difficile. Purtroppo, siamo sommersi da pregiudizi e stereotipi che nella nostra cultura sono normalizzati a causa di moltissima disinformazione su tutto ciò che non è puramente occidentale. Infatti, bisogna battersi parecchio per farsi prendere sul serio quando si parla di K-Pop: in questo articolo, cercheremo di affrontare tutti i punti che creano perplessità nelle persone quando si parla di questo genere musicale, facendo un po’ di chiarezza e cercando di sradicare tutti gli stereotipi che purtroppo affliggono da molto tempo il nostro paese.
1. IL K-POP E’ LA MORTE DELL’ARTE
Spesso mi è stato detto che il K-Pop è la morte dell’arte: “ma che senso hanno tutti quegli anni passati a fare i training, a creare gruppi e a studiare? Li fanno diventare tutti uguali e sono solo prodotti marketing, non è arte”.
Proviamo a ribaltare un attimo quest’affermazione: voi direste mai a un corpo di ballo che tutti gli anni spesi ad allenarsi sono inutili e che quello che fanno non è arte? Il concetto è esattamente lo stesso. Le star K-Pop prima di debuttare fanno periodi di training che possono durare fino a 10 anni, e in quel lasso di tempo si formano al 100% come artisti: sanno ballare, cantare, recitare e in molti casi sanno anche produrre e scrivere musica. E il K-Pop è molto di più di capelli colorati, arcobaleni e canzonette dolci, al contrario di ciò che erroneamente si pensa in occidente. Come in tutto il mondo, ovviamente, ci sono artisti nati principalmente con scopi di marketing e altri con scopi più profondi, ma non vedo perchè tutto il genere debba essere etichettato come un qualcosa di snaturato dall’arte, quando tutti gli idols sono veramente talentuosi e appassionati. Ciò è in parte dovuto al fatto che in Italia molti generi non sono ancora accettati culturalmente: indipendentemente dai gusti, l’italiano medio considererà sempre di qualità più alta l’artista indipendente che suona la chitarra in un concertino intimo oppure una band rock-alternative, perchè la nostra cultura ci dice che l’arte è quella e non esiste altro al di fuori di quello, mentre un artista che balla e canta (seppur, la maggior parte delle volte richiede molto più training) è marketing e non ha nulla di artistico.
In un momento storico in cui in tutto il mondo vediamo “influencer” creare musica quando non posseggono realmente alcun tipo di talento musicale o performativo e non hanno il training necessario per reggere un palco, gli idols coreani sono una boccata d’aria fresca per la qualità che portano in ogni loro comeback.
2. NON SI CAPISCE QUELLO CHE DICONO
Incredibile ma vero, siamo nel 2022, esiste internet e di conseguenza esiste anche google traduttore. E’ molto divertente e frustrante allo stesso tempo sentirsi ripetere questa frase, in quanto la metà delle persone che ascolta canzoni in inglese, non capiscono neanche quello.
Ogni persona è libera di fare quello che vuole, e può ascoltare musica senza soffermarsi particolarmente sul testo. Se invece si vuole capire il significato di quello che si ascolta, beh è molto semplice e immediato scoprirlo. Come? Grazie a google traduttore, ai mille video Youtube con i sottotitoli ed a siti internet che pubblicano quasi sempre sia il testo in lingua originale che inglese.
Per cui anche questa è l’ennesima scusa per chi non è in grado di andare oltre la propria comfort zone. Il coreano è anche una lingua super musicale e orecchiabile, quindi davvero, di cosa stiamo parlando? Inoltre, anche se a primo impatto non sappiamo cosa viene detto nei brani, molto si capisce dalle loro espressioni facciali nei video musicali, dalla loro capacità di ballare e dal controllo della loro voce. Questo perchè il K-Pop è un’arte fortemente performativa.
Sarebbe anche ora di andare oltre le barriere linguistiche e semplicemente godersi la musica, perchè la musica è bella e non ci deve essere una lingua superiore a un’altra. Non soffermatevi sull’idioma, focalizzatevi piuttosto sulla qualità.
Di seguito vi lasciamo un esempio di testo di una canzone kpop, Grazie a Bangtan Italian Channel Subs per la traduzione:
3. SONO TUTTI UGUALI
Questa è la frase che ogni fan del K-Pop si sarà sentito dire in media almeno una volta al giorno. In queste poche parole, si racchiudono un mondo di pregiudizi che l’occidentale medio ha verso l’Asia. In primis quello che l’Asia corrisponde spesso solo alla Cina, seguita dal Giappone. La Cina molto spesso viene vista negativamente dall’occidentale medio, infatti quasi sempre la frase “sono tutti uguali” si completa con “sti cinesi”. Mentre il Giappone è socialmente accettato ed è visto come il paese figo e cool dell’Asia. Nulla a togliere a questi due incredibili paesi, ma l’Asia è molto di più Cina e Giappone, basta guardare una cartina geografica per capirlo: Thailandia, India, Indonesia, Singapore e chi più ne ha ne metta. Tra questi, vi è la Corea del Sud, che sì è una piccola nazione ma dentro di sé racchiude un mondo incredibile, e finalmente sta riuscendo a far sentire la propria voce a livello globale.
Vi è molta saccenza nella frase “Sono tutti uguali” e ora vi spieghiamo il motivo: tutti noi siamo “tutti uguali” per qualcuno, dipende dai punti di vista. E’ normale che se una persona nasce in Europa e si trova a vivere tutta la sua vita tra Europei, è in grado di notare differenze impercettibili e perfino distinguere da che parte dell’Europa una persona viene in base ai suoi tratti somatici. Stessa cosa per una persona nata e cresciuta in Asia. Un conto però era fare questo discorso nel 1300, quando le persone non potevano viaggiare e confrontarsi con il mondo esterno, un conto invece è farlo adesso dove grazie a internet, tutti noi possiamo “viaggiare” comodamente da casa e ogni giorno scoprire nuove culture. Indi per cui conviene scendere un po’ dal piedistallo, smettendo di considerarsi unici e superiori a qualcun’altro e di conseguenza riconoscere di essere tutte persone uguali ma allo stesso tempo diverse. Fatevi un bel regalo e aprite i vostri orizzonti!
4. SEMBRANO DELLE DONNE
Qui saremo concise ma d’impatto, è divertente come personaggi dello spettacolo come Damiano dei Maneskin o Harry Styles siano lodati da tutti per i loro look esuberanti contro la toxic masculinity, invece se la stessa cosa viene fatta da qualche artista asiatico, quest’ultimo non viene considerato oppure viene etichettato come “ridicolo e troppo femminile”. Nulla a togliere a Harry Styles e Damiano dei Maneskin, che noi amiamo, però la xenofobia verso gli asiatici qui è più evidente che mai.
Perchè degli uomini bianchi occidentali che si truccano e si mettono una gonna sono socialmente accettati e spesso esaltati per questo ma se la stessa cosa la fa un cantante coreano, questo viene sminuito e non preso seriamente?
Non è accettabile rispondere dicendo che una persona asiatica ha già di per sé nella forma del viso dei tratti più dolci e femminili e che quindi se si trucca e si veste un po’ “da donna” è troppo femminile e non è sexy/provocante, perché non è questo il punto. Quello che vorremmo è semplice coerenza e il riconoscimento in maniera egualitaria delle battaglie che certi artisti portano avanti. Tantissimi cantanti maschi coreani da anni si truccano, si tingono i capelli e si vestono in maniera fluida, rompendo le barriere di genere ma non se n’è mai parlato abbastanza oppure se ne è parlato ma sempre nel modo sbagliato.
5. NON E’ VERA MUSICA
Molto spesso il fatto che gli artisti K-Pop facciano delle performance gigantesche è usato come scusa per dire che “non è vera musica”. Mi sento frequentemente dire “sì ma io voglio sentire solo lui che canta, non vedere lui che mi fa i balletti”, ma il fatto che degli artisti durante le loro esibizioni, oltre che a cantare, ballano, non dovrebbe essere visto come un fattore “dispregiativo” che va ad abbassare la qualità del brano in questione, ma dovrebbe invece essere visto come un “surplus”.
Per farla in breve, una Beyoncé quando canta e balla viene elogiata, ed è giusto che lo sia, perchè è pazzesca! Perchè se invece la stessa formula viene proposta da gruppi k-pop, si va giudicare la sostanza della loro musica?
Molte volte si tratta di gusti, certo, ma molto spesso ciò viene anche confuso con le nostre abitudini, a ciò che siamo abituati a vedere culturalmente. Se partiamo subito cercando di comparare i BTS al nostro Vasco Rossi, capite che non è proprio la stessa cosa? Bisognerebbe guardare un po’ al di là del proprio naso, capire cosa c’è dietro a una determinata esibizione, e soprattutto non limitarsi a intendere Dynamite dei BTS come esempio esplicativo di ciò che il K-Pop è.
Di base è il punto di partenza che è sbagliato, l’affermazione “non è vera musica” non dovrebbe esistere, in quanto la musica può essere tutto e niente. Cos’è la vera musica? Ognuno può dare una risposta diversa ed è giusto che sia così, non bisogna però arrivare a screditare una formula rispetto ad un’altra.
6. SONO AMATI SOLO DALLE RAGAZZINE E I FAN SONO OSSESSIVI
Se mi avessero dato un euro per tutte le volte che ho sentito questa frase, probabilmente adesso sarei milionaria: “ma sì è una cosa da ragazzine, poi passerà”.
Sono molte le cose che non tollero di queste affermazioni: in primis, il fatto che se una donna ama un determinato tipo di musica è sinonimo di bassa qualità. Nel 2022 è abbastanza imbarazzante dover ancora battersi per far capire che ciò che amano le ragazze non ha nulla di meno rispetto a ciò che amano i ragazzi. Un esempio? Il calcio: gli uomini tutti i weekend possono stare attaccati al televisore vedendo dei giocatori inseguire una palla e sono accettati culturalmente, quindi perchè io che amo vedere artisti che ballano e cantano devo essere considerata inferiore? Non c’è nulla di vergognoso nei giovani che vedono gli idols come modelli positivi nella loro vita, ed è ignorante suggerire che godere di buona musica ha una data di scadenza.
Inoltre, ci terrei a portare un po’ di statistiche per sostenere le tesi con un po’ di dati: prendendo in esempio i BTS, il gruppo K-Pop più famoso del momento, secondo il BTS Census (ricerca del 2020) il 50% del loro fandom ha più di 18 anni. E’ quindi sbagliato dire che è solo qualcosa per ragazzine, anche se non c’è assolutamente nulla di sbagliato con esso – proprio come non c’è nulla di sbagliato se molti anziani (secondo il sondaggio, molti fan sono anche ultrasessantenni) condividono lo stesso amore e passione per i BTS. Parte di ciò che rende unico i BTS e il K-Pop in generale è proprio la loro capacità di risuonare con persone di tutte le età.
7. SONO LE SOLITE BOYBAND E GIRLBAND
Questa è forse una delle cose che mi fa più arrabbiare: “ma sì, sono le solite boyband e girlband”. Quando qualcuno mi dice questo, capisco immediatamente che non sa assolutamente nulla del K-Pop e di cosa c’è dietro.
Ci sono così tante differenze dalle boyband e girlband occidentali a cui siamo abituati: innanzitutto, nonostante il nome K-Pop lo faccia pensare, i gruppi non fanno principalmente Pop, ma Hip Hop, Rap, EDM e molto altro. Le boyband occidentali fanno essenzialmente… pop e stop.
I gruppi K-Pop sono diversi anche grazie alle persone che lo producono: in molti li amano non solo perchè è uno stile musicale diverso ma perchè le star K-Pop, che creano la musica, lavorano più duramente e creano prodotti finali migliori. Come già menzionato, gli idol passano anni di training prima di debuttare, e dopo il debutto dedicano letteralmente la maggior parte del loro tempo al lavoro: scrivendo canzoni, producendo, coreografando, esibendosi, facendo shooting e video musicali, reality show, V-Lives e tanto altro.
La danza è un altro punto a favore del K-Pop, grazie agli anni di training solitamente gli idol fanno coreografie molto più complesse e ordinate che attirano ancora più attenzione ai loro pezzi.
Ulteriore elemento essenziale del K-Pop sono i concept raffigurati durante i comeback. Gli artisti non si limitano a fare musica, ma creano delle vere e proprie storie attorno ai loro brani ed album. Per comeback, si intende quando un artista dopo un periodo di pausa torna con un nuovo prodotto, spesso singolo di lancio e un mini album, e questo comeback è per noi occidentali la classica promo che si fa per un nuovo progetto discografico, ma a un livello 3000 volte superiore sia a livello di marketing e qualità.
I comeback spesso coincidono con una nuova fase artistica degli artisti e per ogni comeback viene associato un concept, che ingloba sia il lato visual (shooting, video musicale) sia la tematica dell’album. Prima della pubblicazione del singolo e dell’album, sui social vengono rilasciati vari teaser del video ufficiale e servizi fotografici a tema che poi si troveranno nell’album. Un esempio di comeback? L’ultimo album dei TXT ha segnato la svolta emo/pop-rock del gruppo, proponendo una aesthetic di giovani punk ribelli sia nell’estetica che nelle canzoni.
Come ultima cosa, gli idol K-Pop danno molta attenzione ai loro fan e sono dei veri e propri entertainer: creano tantissimi contenuti per mantenere alte le interazioni con il proprio fandom e oltre a pubblicare un sacco di musica, spesso realizzano dei mini reality show dove mostrano altri lati di sé.
Di seguito un esempio di esibizione kpop:
Conclusioni
Il kpop per noi non è perfetto e con questo articolo non vogliamo sostenere che sia la musica migliore di tutti, ci sono dei difetti a volte nell’industria kpop e noi siamo i primi a riconoscerli, allo stesso tempo però non vogliamo che un genere con tantissimo potenziale venga screditato e riempito di pregiudizi, solo perché proveniente dall’Asia e non dall’Occidente.
A volte, sarebbe bene fare uno sforzo per vedere cosa c’è al di fuori della propria cultura: nessuno vi obbligherà mai ad ascoltare il K-Pop, i gusti esistono e sono sacrosanti, ma riconoscere che anche ciò a cui non siamo abituati può essere interessante è già un buon punto di partenza.
Articolo a cura di Eleonora Bruno e Giulia Lansarotti
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Novembre 29, 2023
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Novembre 29, 2023
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Parlare di pop e gruppi musicali è più complesso di quanto si possa pensare. Se poi questo pop proviene dall’Asia e più specificatamente dalla Corea del Sud – paese di cui in Italia si parla molto poco (o almeno, prima di Squid Game) – è ancora più difficile. Purtroppo, siamo sommersi da pregiudizi e stereotipi che nella nostra cultura sono normalizzati a causa di moltissima disinformazione su tutto ciò che non è puramente occidentale. Infatti, bisogna battersi parecchio per farsi prendere sul serio quando si parla di K-Pop: in questo articolo, cercheremo di affrontare tutti i punti che creano perplessità nelle persone quando si parla di questo genere musicale, facendo un po’ di chiarezza e cercando di sradicare tutti gli stereotipi che purtroppo affliggono da molto tempo il nostro paese.
1. IL K-POP E’ LA MORTE DELL’ARTE
Spesso mi è stato detto che il K-Pop è la morte dell’arte: “ma che senso hanno tutti quegli anni passati a fare i training, a creare gruppi e a studiare? Li fanno diventare tutti uguali e sono solo prodotti marketing, non è arte”.
Proviamo a ribaltare un attimo quest’affermazione: voi direste mai a un corpo di ballo che tutti gli anni spesi ad allenarsi sono inutili e che quello che fanno non è arte? Il concetto è esattamente lo stesso. Le star K-Pop prima di debuttare fanno periodi di training che possono durare fino a 10 anni, e in quel lasso di tempo si formano al 100% come artisti: sanno ballare, cantare, recitare e in molti casi sanno anche produrre e scrivere musica. E il K-Pop è molto di più di capelli colorati, arcobaleni e canzonette dolci, al contrario di ciò che erroneamente si pensa in occidente. Come in tutto il mondo, ovviamente, ci sono artisti nati principalmente con scopi di marketing e altri con scopi più profondi, ma non vedo perchè tutto il genere debba essere etichettato come un qualcosa di snaturato dall’arte, quando tutti gli idols sono veramente talentuosi e appassionati. Ciò è in parte dovuto al fatto che in Italia molti generi non sono ancora accettati culturalmente: indipendentemente dai gusti, l’italiano medio considererà sempre di qualità più alta l’artista indipendente che suona la chitarra in un concertino intimo oppure una band rock-alternative, perchè la nostra cultura ci dice che l’arte è quella e non esiste altro al di fuori di quello, mentre un artista che balla e canta (seppur, la maggior parte delle volte richiede molto più training) è marketing e non ha nulla di artistico.
In un momento storico in cui in tutto il mondo vediamo “influencer” creare musica quando non posseggono realmente alcun tipo di talento musicale o performativo e non hanno il training necessario per reggere un palco, gli idols coreani sono una boccata d’aria fresca per la qualità che portano in ogni loro comeback.
2. NON SI CAPISCE QUELLO CHE DICONO
Incredibile ma vero, siamo nel 2022, esiste internet e di conseguenza esiste anche google traduttore. E’ molto divertente e frustrante allo stesso tempo sentirsi ripetere questa frase, in quanto la metà delle persone che ascolta canzoni in inglese, non capiscono neanche quello.
Ogni persona è libera di fare quello che vuole, e può ascoltare musica senza soffermarsi particolarmente sul testo. Se invece si vuole capire il significato di quello che si ascolta, beh è molto semplice e immediato scoprirlo. Come? Grazie a google traduttore, ai mille video Youtube con i sottotitoli ed a siti internet che pubblicano quasi sempre sia il testo in lingua originale che inglese.
Per cui anche questa è l’ennesima scusa per chi non è in grado di andare oltre la propria comfort zone. Il coreano è anche una lingua super musicale e orecchiabile, quindi davvero, di cosa stiamo parlando? Inoltre, anche se a primo impatto non sappiamo cosa viene detto nei brani, molto si capisce dalle loro espressioni facciali nei video musicali, dalla loro capacità di ballare e dal controllo della loro voce. Questo perchè il K-Pop è un’arte fortemente performativa.
Sarebbe anche ora di andare oltre le barriere linguistiche e semplicemente godersi la musica, perchè la musica è bella e non ci deve essere una lingua superiore a un’altra. Non soffermatevi sull’idioma, focalizzatevi piuttosto sulla qualità.
Di seguito vi lasciamo un esempio di testo di una canzone kpop, Grazie a Bangtan Italian Channel Subs per la traduzione:
3. SONO TUTTI UGUALI
Questa è la frase che ogni fan del K-Pop si sarà sentito dire in media almeno una volta al giorno. In queste poche parole, si racchiudono un mondo di pregiudizi che l’occidentale medio ha verso l’Asia. In primis quello che l’Asia corrisponde spesso solo alla Cina, seguita dal Giappone. La Cina molto spesso viene vista negativamente dall’occidentale medio, infatti quasi sempre la frase “sono tutti uguali” si completa con “sti cinesi”. Mentre il Giappone è socialmente accettato ed è visto come il paese figo e cool dell’Asia. Nulla a togliere a questi due incredibili paesi, ma l’Asia è molto di più Cina e Giappone, basta guardare una cartina geografica per capirlo: Thailandia, India, Indonesia, Singapore e chi più ne ha ne metta. Tra questi, vi è la Corea del Sud, che sì è una piccola nazione ma dentro di sé racchiude un mondo incredibile, e finalmente sta riuscendo a far sentire la propria voce a livello globale.
Vi è molta saccenza nella frase “Sono tutti uguali” e ora vi spieghiamo il motivo: tutti noi siamo “tutti uguali” per qualcuno, dipende dai punti di vista. E’ normale che se una persona nasce in Europa e si trova a vivere tutta la sua vita tra Europei, è in grado di notare differenze impercettibili e perfino distinguere da che parte dell’Europa una persona viene in base ai suoi tratti somatici. Stessa cosa per una persona nata e cresciuta in Asia. Un conto però era fare questo discorso nel 1300, quando le persone non potevano viaggiare e confrontarsi con il mondo esterno, un conto invece è farlo adesso dove grazie a internet, tutti noi possiamo “viaggiare” comodamente da casa e ogni giorno scoprire nuove culture. Indi per cui conviene scendere un po’ dal piedistallo, smettendo di considerarsi unici e superiori a qualcun’altro e di conseguenza riconoscere di essere tutte persone uguali ma allo stesso tempo diverse. Fatevi un bel regalo e aprite i vostri orizzonti!
4. SEMBRANO DELLE DONNE
Qui saremo concise ma d’impatto, è divertente come personaggi dello spettacolo come Damiano dei Maneskin o Harry Styles siano lodati da tutti per i loro look esuberanti contro la toxic masculinity, invece se la stessa cosa viene fatta da qualche artista asiatico, quest’ultimo non viene considerato oppure viene etichettato come “ridicolo e troppo femminile”. Nulla a togliere a Harry Styles e Damiano dei Maneskin, che noi amiamo, però la xenofobia verso gli asiatici qui è più evidente che mai.
Perchè degli uomini bianchi occidentali che si truccano e si mettono una gonna sono socialmente accettati e spesso esaltati per questo ma se la stessa cosa la fa un cantante coreano, questo viene sminuito e non preso seriamente?
Non è accettabile rispondere dicendo che una persona asiatica ha già di per sé nella forma del viso dei tratti più dolci e femminili e che quindi se si trucca e si veste un po’ “da donna” è troppo femminile e non è sexy/provocante, perché non è questo il punto. Quello che vorremmo è semplice coerenza e il riconoscimento in maniera egualitaria delle battaglie che certi artisti portano avanti. Tantissimi cantanti maschi coreani da anni si truccano, si tingono i capelli e si vestono in maniera fluida, rompendo le barriere di genere ma non se n’è mai parlato abbastanza oppure se ne è parlato ma sempre nel modo sbagliato.
5. NON E’ VERA MUSICA
Molto spesso il fatto che gli artisti K-Pop facciano delle performance gigantesche è usato come scusa per dire che “non è vera musica”. Mi sento frequentemente dire “sì ma io voglio sentire solo lui che canta, non vedere lui che mi fa i balletti”, ma il fatto che degli artisti durante le loro esibizioni, oltre che a cantare, ballano, non dovrebbe essere visto come un fattore “dispregiativo” che va ad abbassare la qualità del brano in questione, ma dovrebbe invece essere visto come un “surplus”.
Per farla in breve, una Beyoncé quando canta e balla viene elogiata, ed è giusto che lo sia, perchè è pazzesca! Perchè se invece la stessa formula viene proposta da gruppi k-pop, si va giudicare la sostanza della loro musica?
Molte volte si tratta di gusti, certo, ma molto spesso ciò viene anche confuso con le nostre abitudini, a ciò che siamo abituati a vedere culturalmente. Se partiamo subito cercando di comparare i BTS al nostro Vasco Rossi, capite che non è proprio la stessa cosa? Bisognerebbe guardare un po’ al di là del proprio naso, capire cosa c’è dietro a una determinata esibizione, e soprattutto non limitarsi a intendere Dynamite dei BTS come esempio esplicativo di ciò che il K-Pop è.
Di base è il punto di partenza che è sbagliato, l’affermazione “non è vera musica” non dovrebbe esistere, in quanto la musica può essere tutto e niente. Cos’è la vera musica? Ognuno può dare una risposta diversa ed è giusto che sia così, non bisogna però arrivare a screditare una formula rispetto ad un’altra.
6. SONO AMATI SOLO DALLE RAGAZZINE E I FAN SONO OSSESSIVI
Se mi avessero dato un euro per tutte le volte che ho sentito questa frase, probabilmente adesso sarei milionaria: “ma sì è una cosa da ragazzine, poi passerà”.
Sono molte le cose che non tollero di queste affermazioni: in primis, il fatto che se una donna ama un determinato tipo di musica è sinonimo di bassa qualità. Nel 2022 è abbastanza imbarazzante dover ancora battersi per far capire che ciò che amano le ragazze non ha nulla di meno rispetto a ciò che amano i ragazzi. Un esempio? Il calcio: gli uomini tutti i weekend possono stare attaccati al televisore vedendo dei giocatori inseguire una palla e sono accettati culturalmente, quindi perchè io che amo vedere artisti che ballano e cantano devo essere considerata inferiore? Non c’è nulla di vergognoso nei giovani che vedono gli idols come modelli positivi nella loro vita, ed è ignorante suggerire che godere di buona musica ha una data di scadenza.
Inoltre, ci terrei a portare un po’ di statistiche per sostenere le tesi con un po’ di dati: prendendo in esempio i BTS, il gruppo K-Pop più famoso del momento, secondo il BTS Census (ricerca del 2020) il 50% del loro fandom ha più di 18 anni. E’ quindi sbagliato dire che è solo qualcosa per ragazzine, anche se non c’è assolutamente nulla di sbagliato con esso – proprio come non c’è nulla di sbagliato se molti anziani (secondo il sondaggio, molti fan sono anche ultrasessantenni) condividono lo stesso amore e passione per i BTS. Parte di ciò che rende unico i BTS e il K-Pop in generale è proprio la loro capacità di risuonare con persone di tutte le età.
7. SONO LE SOLITE BOYBAND E GIRLBAND
Questa è forse una delle cose che mi fa più arrabbiare: “ma sì, sono le solite boyband e girlband”. Quando qualcuno mi dice questo, capisco immediatamente che non sa assolutamente nulla del K-Pop e di cosa c’è dietro.
Ci sono così tante differenze dalle boyband e girlband occidentali a cui siamo abituati: innanzitutto, nonostante il nome K-Pop lo faccia pensare, i gruppi non fanno principalmente Pop, ma Hip Hop, Rap, EDM e molto altro. Le boyband occidentali fanno essenzialmente… pop e stop.
I gruppi K-Pop sono diversi anche grazie alle persone che lo producono: in molti li amano non solo perchè è uno stile musicale diverso ma perchè le star K-Pop, che creano la musica, lavorano più duramente e creano prodotti finali migliori. Come già menzionato, gli idol passano anni di training prima di debuttare, e dopo il debutto dedicano letteralmente la maggior parte del loro tempo al lavoro: scrivendo canzoni, producendo, coreografando, esibendosi, facendo shooting e video musicali, reality show, V-Lives e tanto altro.
La danza è un altro punto a favore del K-Pop, grazie agli anni di training solitamente gli idol fanno coreografie molto più complesse e ordinate che attirano ancora più attenzione ai loro pezzi.
Ulteriore elemento essenziale del K-Pop sono i concept raffigurati durante i comeback. Gli artisti non si limitano a fare musica, ma creano delle vere e proprie storie attorno ai loro brani ed album. Per comeback, si intende quando un artista dopo un periodo di pausa torna con un nuovo prodotto, spesso singolo di lancio e un mini album, e questo comeback è per noi occidentali la classica promo che si fa per un nuovo progetto discografico, ma a un livello 3000 volte superiore sia a livello di marketing e qualità.
I comeback spesso coincidono con una nuova fase artistica degli artisti e per ogni comeback viene associato un concept, che ingloba sia il lato visual (shooting, video musicale) sia la tematica dell’album. Prima della pubblicazione del singolo e dell’album, sui social vengono rilasciati vari teaser del video ufficiale e servizi fotografici a tema che poi si troveranno nell’album. Un esempio di comeback? L’ultimo album dei TXT ha segnato la svolta emo/pop-rock del gruppo, proponendo una aesthetic di giovani punk ribelli sia nell’estetica che nelle canzoni.
Come ultima cosa, gli idol K-Pop danno molta attenzione ai loro fan e sono dei veri e propri entertainer: creano tantissimi contenuti per mantenere alte le interazioni con il proprio fandom e oltre a pubblicare un sacco di musica, spesso realizzano dei mini reality show dove mostrano altri lati di sé.
Di seguito un esempio di esibizione kpop:
Conclusioni
Il kpop per noi non è perfetto e con questo articolo non vogliamo sostenere che sia la musica migliore di tutti, ci sono dei difetti a volte nell’industria kpop e noi siamo i primi a riconoscerli, allo stesso tempo però non vogliamo che un genere con tantissimo potenziale venga screditato e riempito di pregiudizi, solo perché proveniente dall’Asia e non dall’Occidente.
A volte, sarebbe bene fare uno sforzo per vedere cosa c’è al di fuori della propria cultura: nessuno vi obbligherà mai ad ascoltare il K-Pop, i gusti esistono e sono sacrosanti, ma riconoscere che anche ciò a cui non siamo abituati può essere interessante è già un buon punto di partenza.
Articolo a cura di Eleonora Bruno e Giulia Lansarotti
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Commenti
Comments are closed.
Complimenti per questo articolo e sono d’accordo… Non sono più giovane ma dito tutto ciò che è musica e naturalmente adoro la k-pop.
Grazie mille a te per averci letto e per il commento! Il kpop non ha età ed è proprio questo il bello 🙂
Tutto sfortunatamente vero 😔
Bravissime ragazze..
Condivido tutto quello che avete scritto. Io non sono più giovane ma mi piace tantissimo il K-Pop, il K-drama. Ho scoperto e cominciato a seguirli dal 2015, non conoscevo la Korea quindi ho cominciato a cercare nei social e me ne sono talmente innamorata che ho organizzato con una mia amica nel 2019 un viaggio in Korea. Viaggio ,esperienza indemticabile,emozionante ,stimolante mi sono ripromessa di ritornarci, appena si potrà viaggiare. Consiglio a tutti un viaggio in Korea.. Ho scoperto un mondo che non conoscevo pieno di cultura , tecnologia, natura splendita, usi e costumi unici ,ho lasciato una parte del mio cuore in Korea. Grazie, saluti, buon lavoro.
Grazie mille Daniela! <3
Brave ragazze, articolo molto interessante!
Grazie Simone! <3
Esattamente ciò che penso: gli idols coreani sono una boccata d’aria fresca per la qualità che portano in ogni loro comeback
Grazie per quello che fate, è cosí stressante sentirsi dire queste cose!’
Grazie mille Paola! <3
Grazie per quello che fate, sentirsi dire queste cose è cosí stressante…
Bravissime. Avete espresso perfettamente quello che penso. Farò vedere questo articolo ai miei maici.