E la saga continua!
Scusate tanto, ma ultimamente siamo state letteralmente ammazzate dalla routine e di cose interessanti di cui scrivere non ce ne sono state, ci sembrava inutile scrivere post riguardo a “cosa non abbiamo fatto questo weekend perché siamo state a casa come due vecchie”. Sì, siamo a Seoul e abbiamo passato gli ultimi fine settimana a casa, a guardare telefilm come Vampire Diaries, The Originals, The Heirs e Pretty Boy, facendoci una sana cultura di Exo (Kai sei figo) e VIXX, ordinando MC Donald’s ad asporto e cucinando tortine tortelle, tanta pasta e tanto ramen istantaneo con uovo, mandu e sottilette. E vi assicuriamo che questo breve elenco rispiecchia la realtà.
Sarà la neve? Il freddo siberiano? La voglia di andare in letargo e non svegliarsi fino alla primavera del 2050? O la triste assenza di caffè nelle nostre vite? Non si sa. Sta di fatto che fino a questo mercoledì la nostra vita è stata piattina piatterella.
Ma appunto, fino a questo mercoledì…………………

Come molti di voi (o pochi?) sapranno, alla nostra crew di scrittori si è aggiunta Vivien (Bibi per gli amici, perché sì, la pronuncia coreana ci piace), e visto che aspiriamo alla conquista del mondo, ogni tanto usciamo a cenare per discutere sul da farsi e passare un po’ di tempo assieme. Questo mercoledì è stata la volta del provare un buon ristorante tailandese, perché io ne avevo voglia. Anna e Vivi non si sono opposte, e così siamo andate tutte assieme allegramente a cenare in un ristorante chiamato… EN TAI. Che suona molto come la parola HENTAI in giapponese = porno. Si preannunciava una cena interessante! Ma ogni nostra aspettativa di vedere qualche bell’attore del mondo del porno tailandese è crollata violentemente a e al suo posto abbiamo trovato un coreano biondo (vestito), che dopo un attento studio del galateo si è allegramente scaccolato con il tovagliolo di carta e ha deciso di usare lo stesso fazzoletto per asciugarsi lo tsunami di sudore che gli colava dalla fronte, probabilmente provocato dalla quantità industriale di peperoncino presente nel suo piatto.
Tra salsine dall’odore strano, noodles ai fagioli rossi e tè (che Anna credeva essere acqua calda al limone) servito in tazzine da caffè espresso, decidiamo di sloggiare dal ristorante quando Anna, controllando il cellulare, si accorge fossero già le 22. Mai sorpresa fu più grande nello scoprire che in realtà erano ancora le 21, e il cellulare di Anna era andato in “ora solare” da solo, e quindi abbiamo passato 20 minuti della nostra serata a festeggiare il fatto di essere tornate indietro nel tempo…

Con il presentimento che al ristorante ci avessero drogato i piatti ordinati (il nostro umore era a dir poco alle stelle e ridevamo per qualsiasi cosa) abbiamo deciso fosse proprio il caso di andare a cantare. E così ci siamo dirette al 노래방 (noraebang – karaoke).
Qui sono successe cose poco normali, prima di tutto perché noi ci siamo prese benissimo a cantare canzoni di ogni genere, passando dagli FT Island ai One Direction e Avril Lavigne, sgolandoci così tanto che anche la ragazza alla cassa (al piano di sotto) è riuscita a sentirci e ringraziarci… parole sue: “Grazie per averci fatto imparare canzoni straniere”. E poi perché un ragazzo che lavorava al karaoke, sapendo che Amanda Seyfried era da poco arrivata a Seoul, ha pensato di irrompere violentemente nella stanza e chiederci tutto emozionato se una di noi fosse lei (sia ben chiaro a tutti che nessuna di noi 3 è bionda o ha gli occhi azzurri), sicuro che in realtà… Amanda fosse Anna.
Finita la nostra ora e 20 minuti di delirio al karaoke, decidiamo di deliziare tutti i presenti per altri 3 minuti, ballando e cantando la prima sigla dei Pokémon, perché sì, ci andava di farlo e tutti dovrebbero conoscerla o ascoltarla almeno una volta nella vita! Particolarmente felice il ragazzo che lavorava lì, dell’avere la possibilità di vedere Amanda ballare e cantare una canzone in… italiano.

Dopo aver accompagnato Vivi alla fermata della metro, torniamo a casina. Incontrando, per rimanere in tema Pokémon, uno strano esemplare di Squirtle coreano, che ci ha voluto sorprendere mostrandoci la sua grande abilità nell’attacco Idrovomito (che schifo).

squirtle

Non ancora stanche e sapendo che la nostra coinquilina era fuori a bere con un suo amico (che quella sera ha deciso di vestirsi da prete, con tanto di orecchino rappresentante gesù morto in croce, colletto bianco da clerico e completamente vestito di nero… inutile dirvi che è gay), decidiamo di recarci nuovamente a Hongdae, in un locale tradizionale coreano (tipo pub). Un posto davvero molto interessante! Ci sediamo al nostro tavolo davanti ad un bicchiere di birra, e passiamo il resto della serata a chiacchierare e ridere. Da ricordare il korean-american che voleva aprire una pizzeria “siciliana” (senza essere mai stato in Sicilia ne aver mai mangiato una pizza italiana) e che poi ha deciso di appisolarsi come un tenero angioletto dalla bocca aperta e sbavante e emettendo suoni alquanto dubbi (russava?).
La serata si è poi conclusa dopo 4 litri di birra (say whaaaat!), un cocktail e snack coreani dal dubbio gusto.

I due giorni dopo sono stati prevalentemente dominati da studio pre-esami più o meno intenso, alternato all’esaminazione accurata (per motivi di studio, naturalmente) degli ultimi episodi usciti del drama di Lee Minho (The Heris).

Nel fine settimana abbiamo poi deciso di risvegliare il nostro animo festaiolo, e di provare qualcosa di nuovo. Un simpatico Language Party. Cos’è un Language Party vi chiederete voi… La nostra Anna è qui pronta a darvi un’accurata descrizione della cosa:

Un Language Party è un incontro mondano tra stranieri e esemplari coreani di vario genere, interessati all’apprendimento del comportamento/accoppiamento Europeo e Americano. Mentre gli stranieri partecipanti, per lo meno a prima vista, sembrino essere più o meno normali, non si può applicare la stessa definizione per quanto riguarda i coreani. La festa è per lo più popolata da signori di mezza età con l’unico intento di puntare giovani donzelle straniere: ci siamo sentite come delle pecorelle in una gabbia di leoni.

Dopo l’incontro di una simpatica ragazza coreana (probabilmente l’unica persona normale al party) facciamo la conoscenza di due ragazze coreane all’apparenza ventenni, ma che in realtà si sono poi dimostrare entrambe più che trentenni e sposate, la chirurgia fa miracoli! La serata è poi continuata con attacchi intrisi di razzismo, da parte delle due coreane, nei confronti di un povero ragazzo di colore. Abbiamo quindi deciso fosse il caso di cambiare compagnia…  non l’avessimo mai fatto.
Dopo esserci allontanate con una qualche scusa dalle due ragazze, una mandria di ajosshi dalle dubbie intenzioni ha deciso di tentare l’approccio. Primo fra tutti un inquietante veterinario, che si è subito proposto di offrirci un check-up completo gratuito per il nostro cane, ovviamente dopo averci chiesto di mostrargli alcune sue foto. Al seguito è arrivato un tipo che ha cominciato a chiederci che lingua parlassimo in Italia, questo già dice molto su che tipo di persona fosse. Dopo l’arrivo di altri 2 uomini d’affari (di che affari si trattasse non si sa) un quinto ragazzo, leggendo la disperazione sui nostri volti, ha deciso di accorrere in nostro soccorso. Grazie al cielo si è dimostrato essere l’unico ragazzo normale presente alla festa e anche la sua età era molto più vicina alla nostra.

Decise a fuggire dal party, per il quale abbiamo pure dovuto pagare 10.000 won, l’ultimo ragazzo conosciuto ha ben deciso di offrirci una abbondante cena a base di carne e buonissimo kimchi. La serata è poi proseguita tranquillamente, con l’arrivo di un nostro quarto amico e naturalmente con dei buoni e sani cocktail.
Stremate dalla serata abbiamo poi deciso di tornare a casa, e visto che non si può mai dire di no al MC Donald’s, abbiamo deciso di riempirci nuovamente gli stomaci. Durante l’attesa straziante del ragazzo delle consegne, ci siamo accorte di alcuni strani miagolii provenienti da vicino casa. Ci è bastato uno sguardo e dopo 3 secondi eravamo già fuori alla ricerca della povera creaturina disperata. La ricerca è durata meno del previsto, e il batuffolino di pelo ha deciso felicemente di venire a casa con noi, per assaggiare un po’ del pollo cucinato da Anna e far conoscenza della nostra Bella (la cagnolina). Essendo un gatto femmina, Bella se n’è subito innamorata (è ormai palese che sia lesbica), ma purtroppo era un amore non corrisposto. Dopo il nostro MC Donald’s e il loro petto di pollo, abbiamo deciso di riportare la gattina a casa sua. E dopo quest’azione di bontà ci sentiamo delle persone migliori.

Vi lasciamo alle foto!

Condividi questo articolo

E la saga continua!
Scusate tanto, ma ultimamente siamo state letteralmente ammazzate dalla routine e di cose interessanti di cui scrivere non ce ne sono state, ci sembrava inutile scrivere post riguardo a “cosa non abbiamo fatto questo weekend perché siamo state a casa come due vecchie”. Sì, siamo a Seoul e abbiamo passato gli ultimi fine settimana a casa, a guardare telefilm come Vampire Diaries, The Originals, The Heirs e Pretty Boy, facendoci una sana cultura di Exo (Kai sei figo) e VIXX, ordinando MC Donald’s ad asporto e cucinando tortine tortelle, tanta pasta e tanto ramen istantaneo con uovo, mandu e sottilette. E vi assicuriamo che questo breve elenco rispiecchia la realtà.
Sarà la neve? Il freddo siberiano? La voglia di andare in letargo e non svegliarsi fino alla primavera del 2050? O la triste assenza di caffè nelle nostre vite? Non si sa. Sta di fatto che fino a questo mercoledì la nostra vita è stata piattina piatterella.
Ma appunto, fino a questo mercoledì…………………

Come molti di voi (o pochi?) sapranno, alla nostra crew di scrittori si è aggiunta Vivien (Bibi per gli amici, perché sì, la pronuncia coreana ci piace), e visto che aspiriamo alla conquista del mondo, ogni tanto usciamo a cenare per discutere sul da farsi e passare un po’ di tempo assieme. Questo mercoledì è stata la volta del provare un buon ristorante tailandese, perché io ne avevo voglia. Anna e Vivi non si sono opposte, e così siamo andate tutte assieme allegramente a cenare in un ristorante chiamato… EN TAI. Che suona molto come la parola HENTAI in giapponese = porno. Si preannunciava una cena interessante! Ma ogni nostra aspettativa di vedere qualche bell’attore del mondo del porno tailandese è crollata violentemente a e al suo posto abbiamo trovato un coreano biondo (vestito), che dopo un attento studio del galateo si è allegramente scaccolato con il tovagliolo di carta e ha deciso di usare lo stesso fazzoletto per asciugarsi lo tsunami di sudore che gli colava dalla fronte, probabilmente provocato dalla quantità industriale di peperoncino presente nel suo piatto.
Tra salsine dall’odore strano, noodles ai fagioli rossi e tè (che Anna credeva essere acqua calda al limone) servito in tazzine da caffè espresso, decidiamo di sloggiare dal ristorante quando Anna, controllando il cellulare, si accorge fossero già le 22. Mai sorpresa fu più grande nello scoprire che in realtà erano ancora le 21, e il cellulare di Anna era andato in “ora solare” da solo, e quindi abbiamo passato 20 minuti della nostra serata a festeggiare il fatto di essere tornate indietro nel tempo…

Con il presentimento che al ristorante ci avessero drogato i piatti ordinati (il nostro umore era a dir poco alle stelle e ridevamo per qualsiasi cosa) abbiamo deciso fosse proprio il caso di andare a cantare. E così ci siamo dirette al 노래방 (noraebang – karaoke).
Qui sono successe cose poco normali, prima di tutto perché noi ci siamo prese benissimo a cantare canzoni di ogni genere, passando dagli FT Island ai One Direction e Avril Lavigne, sgolandoci così tanto che anche la ragazza alla cassa (al piano di sotto) è riuscita a sentirci e ringraziarci… parole sue: “Grazie per averci fatto imparare canzoni straniere”. E poi perché un ragazzo che lavorava al karaoke, sapendo che Amanda Seyfried era da poco arrivata a Seoul, ha pensato di irrompere violentemente nella stanza e chiederci tutto emozionato se una di noi fosse lei (sia ben chiaro a tutti che nessuna di noi 3 è bionda o ha gli occhi azzurri), sicuro che in realtà… Amanda fosse Anna.
Finita la nostra ora e 20 minuti di delirio al karaoke, decidiamo di deliziare tutti i presenti per altri 3 minuti, ballando e cantando la prima sigla dei Pokémon, perché sì, ci andava di farlo e tutti dovrebbero conoscerla o ascoltarla almeno una volta nella vita! Particolarmente felice il ragazzo che lavorava lì, dell’avere la possibilità di vedere Amanda ballare e cantare una canzone in… italiano.

Dopo aver accompagnato Vivi alla fermata della metro, torniamo a casina. Incontrando, per rimanere in tema Pokémon, uno strano esemplare di Squirtle coreano, che ci ha voluto sorprendere mostrandoci la sua grande abilità nell’attacco Idrovomito (che schifo).

squirtle

Non ancora stanche e sapendo che la nostra coinquilina era fuori a bere con un suo amico (che quella sera ha deciso di vestirsi da prete, con tanto di orecchino rappresentante gesù morto in croce, colletto bianco da clerico e completamente vestito di nero… inutile dirvi che è gay), decidiamo di recarci nuovamente a Hongdae, in un locale tradizionale coreano (tipo pub). Un posto davvero molto interessante! Ci sediamo al nostro tavolo davanti ad un bicchiere di birra, e passiamo il resto della serata a chiacchierare e ridere. Da ricordare il korean-american che voleva aprire una pizzeria “siciliana” (senza essere mai stato in Sicilia ne aver mai mangiato una pizza italiana) e che poi ha deciso di appisolarsi come un tenero angioletto dalla bocca aperta e sbavante e emettendo suoni alquanto dubbi (russava?).
La serata si è poi conclusa dopo 4 litri di birra (say whaaaat!), un cocktail e snack coreani dal dubbio gusto.

I due giorni dopo sono stati prevalentemente dominati da studio pre-esami più o meno intenso, alternato all’esaminazione accurata (per motivi di studio, naturalmente) degli ultimi episodi usciti del drama di Lee Minho (The Heris).

Nel fine settimana abbiamo poi deciso di risvegliare il nostro animo festaiolo, e di provare qualcosa di nuovo. Un simpatico Language Party. Cos’è un Language Party vi chiederete voi… La nostra Anna è qui pronta a darvi un’accurata descrizione della cosa:

Un Language Party è un incontro mondano tra stranieri e esemplari coreani di vario genere, interessati all’apprendimento del comportamento/accoppiamento Europeo e Americano. Mentre gli stranieri partecipanti, per lo meno a prima vista, sembrino essere più o meno normali, non si può applicare la stessa definizione per quanto riguarda i coreani. La festa è per lo più popolata da signori di mezza età con l’unico intento di puntare giovani donzelle straniere: ci siamo sentite come delle pecorelle in una gabbia di leoni.

Dopo l’incontro di una simpatica ragazza coreana (probabilmente l’unica persona normale al party) facciamo la conoscenza di due ragazze coreane all’apparenza ventenni, ma che in realtà si sono poi dimostrare entrambe più che trentenni e sposate, la chirurgia fa miracoli! La serata è poi continuata con attacchi intrisi di razzismo, da parte delle due coreane, nei confronti di un povero ragazzo di colore. Abbiamo quindi deciso fosse il caso di cambiare compagnia…  non l’avessimo mai fatto.
Dopo esserci allontanate con una qualche scusa dalle due ragazze, una mandria di ajosshi dalle dubbie intenzioni ha deciso di tentare l’approccio. Primo fra tutti un inquietante veterinario, che si è subito proposto di offrirci un check-up completo gratuito per il nostro cane, ovviamente dopo averci chiesto di mostrargli alcune sue foto. Al seguito è arrivato un tipo che ha cominciato a chiederci che lingua parlassimo in Italia, questo già dice molto su che tipo di persona fosse. Dopo l’arrivo di altri 2 uomini d’affari (di che affari si trattasse non si sa) un quinto ragazzo, leggendo la disperazione sui nostri volti, ha deciso di accorrere in nostro soccorso. Grazie al cielo si è dimostrato essere l’unico ragazzo normale presente alla festa e anche la sua età era molto più vicina alla nostra.

Decise a fuggire dal party, per il quale abbiamo pure dovuto pagare 10.000 won, l’ultimo ragazzo conosciuto ha ben deciso di offrirci una abbondante cena a base di carne e buonissimo kimchi. La serata è poi proseguita tranquillamente, con l’arrivo di un nostro quarto amico e naturalmente con dei buoni e sani cocktail.
Stremate dalla serata abbiamo poi deciso di tornare a casa, e visto che non si può mai dire di no al MC Donald’s, abbiamo deciso di riempirci nuovamente gli stomaci. Durante l’attesa straziante del ragazzo delle consegne, ci siamo accorte di alcuni strani miagolii provenienti da vicino casa. Ci è bastato uno sguardo e dopo 3 secondi eravamo già fuori alla ricerca della povera creaturina disperata. La ricerca è durata meno del previsto, e il batuffolino di pelo ha deciso felicemente di venire a casa con noi, per assaggiare un po’ del pollo cucinato da Anna e far conoscenza della nostra Bella (la cagnolina). Essendo un gatto femmina, Bella se n’è subito innamorata (è ormai palese che sia lesbica), ma purtroppo era un amore non corrisposto. Dopo il nostro MC Donald’s e il loro petto di pollo, abbiamo deciso di riportare la gattina a casa sua. E dopo quest’azione di bontà ci sentiamo delle persone migliori.

Vi lasciamo alle foto!

Condividi questo articolo

Commenti

  1. Chiara Miki 14 Dicembre 2013 at 10:15 PM

    lo spero anch’io, grazie per l’incoraggiamento!:) fighting!!

  2. Chiara Miki 12 Dicembre 2013 at 3:17 AM

    quanto mi piacerebbe fare questa esperienza e vivere momenti folli come i vostri!! qua in italia sto facendo una vita monotonissima e non mi è permesso fare tante cose o uscire liberamente con gli amici sebbene abbia 20 anni (quasi 21)! a leggere queste cose mi fate venir voglia di fare subito le valigie e partire, voglio la mia indipendenza!! xD sto cercando di organizzarmi il prima possibile ma non è proprio facile .-.

    • lalliins 13 Dicembre 2013 at 1:20 AM

      Ti capisco in parte, perché anche io in Italia avevo una vita molto monotona, ma più per scelta diciamo ahah
      Spero tu riesca ad organizzarti e a portare i tuoi piani a termine! FIGHTING!!

  3. Giada 9 Dicembre 2013 at 8:41 PM

    Mi sa che The Heirs ce lo stiamo vedendo proprio tutti, eh? ahahaha !!
    Brave ragazze, continuate a scrivere articoli del genere! 😉

Comments are closed.